Tutti si aspettano che tu sia felice e appagata e che la nascita di un figlio porti con sé soltanto gioia e amore. Non sempre, però, questo corrisponde al vero: oltre alle fasi di entusiasmo, ci sono anche momenti in cui ti senti “giù”.
Le crisi di pianto, la sensazione di essere inesperte e inadeguate, l’ansia e l’ipersensibilità nelle prime settimane dopo il parto colpiscono circa l’80% delle donne. Si tratta del cosiddetto baby o maternity blues, un disturbo di tipo depressivo molto diffuso, legato alla brusca caduta degli ormoni nelle prime 48 ore dopo il parto e che può durare una o due settimane, ma poi scompare da sé, in quanto fisiologico. Tuttavia alcune donne possono in seguito sviluppare una vera e propria depressione post-partum. Per questa ragione è importante trovare il coraggio di parlare subito delle proprie emozioni negative; l’intervento precoce permette infatti di prevenire o minimizzare gli effetti della depressione sulla madre e anche sul rapporto madre-bambino.
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La ricerca Studio sull’effetto del COVID-19 sul benessere delle donne dopo il parto promossa della Sapienza Università di Roma si propone di esplorare l’impatto dello stress da COVID-19 sul benessere delle donne nei sei mesi successivi al parto.
Durante la gravidanza e dopo la nascita del bebè può succedere di soffrire di ansia o depressione. Disturbi che, se non trascurati, possono essere risolti. Ma solo chiedendo aiuto. Per il benessere della mamma e del suo bambino.
Intervistata di recente, Alanis Morissette ha confessato di aver sofferto di diversi aborti spontanei e di depressione post-partum. La cantautrice canadese, a 45 anni, è in attesa del terzo figlio, fortemente desiderato.
No, fare un figlio non è una battuta d’arresto. Al contrario, è un’assenza che migliora le competenze e permette di acquisirne di nuove, indispensabili al mercato del lavoro. Alcune aziende, in Italia, lo hanno già capito. Ecco perché conviene, oggi, adottare una nuova cultura del lavoro dalla parte delle mamme