Karen Kleiman – Guarire dalla depressione postpartum. Indicazioni cliniche e psicoterapia.
Erickson, Trento
Gli importanti riferimenti al pensiero di Donald W. Winnicott, insieme all’attenzione per alcuni concetti della teoria cognitivo-comportamentale e di quella interpersonale, fanno di questa opera uno strumento di lavoro con spunti ricchi ed originali che costituiscono una solida cornice teorico-clinica al modello di lavoro descritto da Karen Kleiman. Ciò che emerge è l’importanza di offrire alla donna sofferente di depressione postpartum un contesto contenitivo, dove il concetto di holding è in primo piano, come la capacità di tenere-contenere, di far sentire tenuta e contenuta la madre. Tutti questi elementi diventano il presupposto terapeutico-esperienziale da cui l’autrice parte nel lavoro d’aiuto proposto alle pazienti. Far da madre alla madre, in quell’ottica che i francesi chiamano maternage e che mostra un modo di essere accuditi per poter accudire, è il principio che secondo l’autrice deve guidare il clinico che si occupa di psicoterapia perinatale.
Leggendo questo libro, sia i diversi professionisti che si occupano del periodo perinatale tanto quanto le donne, si sentiranno accompagnati nell’esplorazione di tutti quegli aspetti che caratterizzano i vissuti e le difficoltà tipici della depressione successiva alla nascita di un figlio.
La ricerca Studio sull’effetto del COVID-19 sul benessere delle donne dopo il parto promossa della Sapienza Università di Roma si propone di esplorare l’impatto dello stress da COVID-19 sul benessere delle donne nei sei mesi successivi al parto.
Durante la gravidanza e dopo la nascita del bebè può succedere di soffrire di ansia o depressione. Disturbi che, se non trascurati, possono essere risolti. Ma solo chiedendo aiuto. Per il benessere della mamma e del suo bambino.
Intervistata di recente, Alanis Morissette ha confessato di aver sofferto di diversi aborti spontanei e di depressione post-partum. La cantautrice canadese, a 45 anni, è in attesa del terzo figlio, fortemente desiderato.
No, fare un figlio non è una battuta d’arresto. Al contrario, è un’assenza che migliora le competenze e permette di acquisirne di nuove, indispensabili al mercato del lavoro. Alcune aziende, in Italia, lo hanno già capito. Ecco perché conviene, oggi, adottare una nuova cultura del lavoro dalla parte delle mamme