Via libera dei governatori e intesa Stato-Regioni, dopo il rinvio tecnico chiesto dalle Regioni il 24 gennaio, all’intesa e al riparto dei fondi (3 milioni) per l’assistenza nella depressione post partum.
Il provvedimento (per il testo dell’intesa si veda Quotidiano Sanità del 24 gennaio) punta a definire le procedure per la presentazione, da parte delle Regioni, dei progetti per la diagnosi, cura e assistenza della sindrome depressiva post-partum.
“E’ un fondo sanitario con ricadute sociali molto significative” – spiega Debora Serracchiani, che ha presieduto la Conferenza delle Regioni – si tratta infatti di affrontare la sindrome depressiva post-partum aiutando le donne e i loro familiari attraverso una migliore informazione sui fattori di rischio e, in caso di disagio psichico, favorendone il superamento con migliori percorsi assistenziali.
I progetti potenziano o implementano, anche sperimentalmente, le specifiche iniziative per l’attivazione di percorsi di accompagnamento alla donna nel periodo pre e post nascita di un figlio per individuare i fattori di rischio e di disagio psichico perinatale per un’efficace presa in carico della diade madre-neonato.
Le risorse, da finanziare con una quota delle risorse del Fondo per esigenze indifferibili (legge n. 190/2014) sono pari a 3 milioni per il 2016 e sono ripartite in proporzione al numero medio annuo di nati nel quinquennio precedente all’anno di riferimento.
In particolare l’80% della quota è erogata in relazione alla valutazione favorevole del progetto stesso e il 20% della quota è erogata dopo la presentazione della relazione finale sulle attività svolte a conclusione del progetto.
I 4 obiettivi concordati nel documento sono:
La ricerca Studio sull’effetto del COVID-19 sul benessere delle donne dopo il parto promossa della Sapienza Università di Roma si propone di esplorare l’impatto dello stress da COVID-19 sul benessere delle donne nei sei mesi successivi al parto.
Durante la gravidanza e dopo la nascita del bebè può succedere di soffrire di ansia o depressione. Disturbi che, se non trascurati, possono essere risolti. Ma solo chiedendo aiuto. Per il benessere della mamma e del suo bambino.
Intervistata di recente, Alanis Morissette ha confessato di aver sofferto di diversi aborti spontanei e di depressione post-partum. La cantautrice canadese, a 45 anni, è in attesa del terzo figlio, fortemente desiderato.
No, fare un figlio non è una battuta d’arresto. Al contrario, è un’assenza che migliora le competenze e permette di acquisirne di nuove, indispensabili al mercato del lavoro. Alcune aziende, in Italia, lo hanno già capito. Ecco perché conviene, oggi, adottare una nuova cultura del lavoro dalla parte delle mamme