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Depressione post partum: si sblocca intesa Stato-Regioni e arrivano 3 milioni per diagnosi, cura e assistenza

I progetti potenziano o implementano, anche sperimentalmente, le iniziative per l’attivazione di percorsi di accompagnamento alla donna nel periodo pre e post nascita di un figlio per individuare i fattori di rischio e di disagio psichico perinatale per un’efficace presa in carico della diade madre-neonato.

Le risorse sono  3 milioni per il 2016 e sono ripartite in proporzione al numero medio annuo di nati nel quinquennio precedente all’anno di riferimento.

Via libera dei governatori e intesa Stato-Regioni, dopo il rinvio tecnico chiesto dalle Regioni il 24 gennaio, all’intesa e al riparto dei fondi (3 milioni) per l’assistenza nella depressione post partum.

Il provvedimento (per il testo dell’intesa si veda Quotidiano Sanità del 24 gennaio) punta a definire le procedure per la presentazione, da parte delle Regioni, dei progetti  per la diagnosi, cura e assistenza della sindrome depressiva post-partum.

“E’ un fondo sanitario con ricadute sociali molto significative” – spiega Debora Serracchiani, che ha presieduto la Conferenza delle Regioni – si tratta infatti di affrontare la sindrome depressiva post-partum aiutando le donne e i loro familiari attraverso una migliore informazione sui fattori di rischio e, in caso di disagio psichico, favorendone il superamento con migliori percorsi assistenziali.

I progetti potenziano o implementano, anche sperimentalmente, le specifiche iniziative per l’attivazione di percorsi di accompagnamento alla donna nel periodo pre e post nascita di un figlio per individuare i fattori di rischio e di disagio psichico perinatale per un’efficace presa in carico della diade madre-neonato.

Le risorse, da finanziare con una quota delle risorse del Fondo per esigenze indifferibili (legge n. 190/2014) sono pari a 3 milioni per il 2016 e sono ripartite in proporzione al numero medio annuo di nati nel quinquennio precedente all’anno di riferimento.

In particolare l’80% della quota è erogata in relazione alla valutazione favorevole del progetto stesso e il 20% della quota è erogata dopo la presentazione della relazione finale sulle attività svolte a conclusione del progetto.

I 4 obiettivi concordati nel documento sono:

  1. offrire attivamente alla donna e ai familiari, nell’ambito del percorso nascita, materiale informativo e di sensibilizzazione sull’importanza del disagio psichico e sull’opportunità di un intervento precoce, gia disponibile o di nuova realizzazione;
  2. individuare precocemente la popolazione femminile a rischio di disagio psichico e psicosociale perinatale attraverso la somministrazione di strumenti di valutazione standardizzati, anche prevedendo nei Punti nascita o attraverso i Servizi sanitari territoriali l’offerta attiva, sia alla donna che alla coppia, di colloqui psicologici che favoriscano il superamento de disagio e l’attivazione e ii rafforzamento delle risorse personali utili ad affrontare la nuova situazione:
  3. implementare i fattori protettivi del benessere psichico mediante azioni di sostegno alle donne a rischio per ridurre l’incidenza e la gravita dei disturbi psichici in epoca perinatale, anche favorendo positive competenze genitoriali per assicurare al bambino un ambiente adeguato a sostenere lo sviluppo psichico;
  4. postvalutazione mediante  la somministrazione gli stessi strumenti  di screening  e di valutazione utilizzati nella fase iniziale per  valutare  l’efficacia  del  trattamento-intervento messo in atto.

Da Quotidiano Sanità

1 Febbraio 2018

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